In questi anni le api stanno subendo perdite devastanti e gli apiari si riducono drasticamente, in alcune località rischiano la scomparsa. Cosa c’è dietro questa distruzione? E quanto pesa per tutta l’agricoltura, per la quale gli insetti impollinatori come le api sono un anello fondamentale, insostituibile? Per le sue implicazioni, infatti, l’apicoltura è vera agricoltura anche se può essere esercitata da chi è senza terra. Intanto, in una battaglia combattuta a colpi di informazione e disinformazione, nell’opinione pubblica – soprattutto tra gli agricoltori – sta crescendo la sensibilità e la consapevolezza verso un problema che rischia di avere ripercussioni epocali. Ma nello stesso tempo si affacciano nuove soluzioni, nuove prospettive che – viaggiando dalle pianure romene al Kosovo del dopoguerra, dai siti remoti in Slovenia e Svezia al cuore urbano di Parigi e Londra – l’autrice esplora per capire meglio cosa si può fare in questo momento cruciale per l’apicoltura e, più in generale, per l’intera comunità dei viventi.
Lo stesso giorno…forse. I polpastrelli delle dita gelati. Piedi e mani si congiungevano in un unico circolo ghiacciato. Teneva gli occhi chiusi e sentiva odore di cannella. Forse era seduta o forse stava sdraiata. Foglie verdi fuori da lei. Le palpebre erano abbassate e le foglie verdi.
La fragilità ha una sua bellezza, come la poesia. Non è importante capirla, basta amarla. Il rischio è inevitabile. Ali di pietraracconta una storia al confine tra normalità e follia; sullo sfondo una Milano patinata di inizi millennio, l’altromondo dei clochard e degli psichiatrici nel ‘dopo Basaglia’ e Le città invisibili di Calvino.
La Grande Carestia in Irlanda (1845-1851)
An gorta mór (‘La grande carestia’, in irlandese) racconta la tragedia, ancora poco nota in Italia, dei contadini irlandesi – si dice, un milione – morti per fame e malattia tra il 1845 e il 1851, dopo che il raccolto di patate, la loro principale fonte di nutrimento, andò distrutto in tutta l’isola in seguito all’arrivo e alla diffusione della peronospora.
Le spezie colorano la cucina; la fanno più ricca, varia e gustosa; rendono la vita più fragrante.
32 spezie (le più importanti e quelle meno conosciute), 11 miscele, 101 ricette: questi i numeri dell’atlante, nel quale di ciascuna spezia è dichiarata la provenienza, tracciata la storia, segnalate le modalità di uso in cucina e, talvolta, anche nella farmacopea popolare.
Nel corso di un’esperienza pluridecennale con le spezie, l’Autrice ha selezionato 101 ricette, tutte personalmente cucinate e degustate.
La guida del monaco athonita Dionisio da Furnà è uno dei più antichi testi rimasti dedicati alle tecniche dell’iconografia bizantina e postbizantina. Compilata nel primo trentennio del XVIII secolo, ebbe una elevata diffusione in forma manoscritta tra gli iconografi del Monte Athos, e solo nel 1845 fu per la prima volta pubblicata (in Francese), benché in un’edizione influenzata dalle aggiunte di un noto falsario, Costantino Simonidis, qui emendata e restituita nella traduzione di Giovanna Donato Grasso.
Saga di donne, di povera gente, ambientata in un valle alpina, nella quale chi abbia vissuto sui monti facilmente potrà riconoscere un po’ della propria terra e il suo volto duro, scolpito sulla macina della vita con ostinazione e fatica.
Alcune storie narrate in questo libro sono germogliate dalle testimonianze raccolte, alcune dalla fantasia; ma tutti gli episodi e i dialoghi nascono da una commossa simpatia per le donne, in particolare le capraie, che ho conosciuto e hanno voluto condividere pensieri e ricordi della loro vita tra le montagne.
Quarant’anni di ricerca dedicati alla genetica delle popolazioni di cereali, orientata da una scelta di campo precisa: la ricerca in agricoltura deve servire innanzitutto ai contadini, a fare crescere i loro raccolti e nello stesso tempo, e inscindibilmente, a dare valore alle conoscenze e ad aumentare la loro autonomia. Quarant’anni di opposizione dura e argomentata, sul piano scientifico prima che politico, alla Rivoluzione Verde, al neocolonialismo delle multinazionali del seme (qualche volta anche con la connivenza dei centri internazionali di ricerca) e al loro tentativo – fin troppo ben riuscito – di erodere e ridurre la biodiversità al proprio servizio, cancellando secoli di selezione locale e patrimoni di varietà selezionate e tramandate nel tempo delle generazioni.
Teresa vive nei boschi, del suo lavoro e della sua terra. Sua figlia Anna è attratta dalla fabbrica, dove cercherà una nuova vita, sola con il suo bambino. Il fascismo sale al potere, la guerra incombe. Il destino che è stato loro attribuito non dà scelta e la virtù è tutta nella resistenza alle avversità.
La brutalità senza tempo della violenza domestica, in un romanzo crudo e tagliente come la lingua della sua protagonista: una donna sarda, giunta nel Continente e segregata in un girone coniugale dal quale potrà sperare di affrancarsi solo attraverso l’accesso al lavoro in fabbrica.
La protagonista oscilla tra mondi antitetici, come il paese dove è nata e quello dove ora vive, la casa claustrofobica e la fabbrica densa di relazioni sociali, la brutalità di un matrimonio riparatore, forzato e la leggerezza dell’amicizia.
Nel corso degli anni Trenta, milioni di contadini, a ovest come a est, sono costretti a lasciare per sempre la propria terra per andare incontro a un destino di sofferenza e miseria negli Stati Uniti, di dolore e morte in Unione Sovietica. Una clamorosa inchiesta giornalistica di John Steinbeck e il crudo realismo delle immagini di Dorothea Lange ci accompagnano in un viaggio lungo le grandi arterie stradali americane, dove i contadini, trasformati in migranti, sciamano in direzione della California, carichi di speranze che ben presto si riveleranno illusorie…
illustrazioni di Ilaria Genna
Manuale, pratico e di facile lettura, specificamente rivolto a chi si voglia dedicare a coltivare le proprie varietà attraverso l’autoproduzione delle sementi. Insieme con Alice Pasin, conservatrice di ortive locali e insegnante di tecniche di riproduzione, che ne ha curato l’impianto generale, hanno collaborato coltivatori ed esperti, che da anni collaborano con la Rete Semi Rurali, disponibili a condividere i loro saperi pratici e le loro conoscenze.
16 giugno 1944, prime ore del pomeriggio: le fabbriche del ponente genovese vengono circondate dalle milizie della RSI e dalle truppe tedesche. Centinaia di lavoratori (1480 per la prefettura) vengono radunati, selezionati, caricati sui treni e deportati in Germania, prima tappa Mauthausen, da dove saranno smistati in altre località tra stabilimenti e campi di lavoro.
Inizia così una delle pagine più drammatiche della storia operaia sotto l’Italia occupata, raccontata da Natale Giampaolo nel diario tenuto durante gli ultimi mesi di prigionia prima della Liberazione.
Il rastrellamento, l’arrivo a Mauthausen, le condizioni di vita dei lavoratori italiani deportati, il bombardamento di Dresda.
16 giugno 1944, prime ore del pomeriggio: le fabbriche del ponente genovese vengono circondate dalle milizie della RSI e dalle truppe tedesche. Centinaia di lavoratori (1480 per la prefettura) vengono radunati, selezionati, caricati sui treni e deportati in Germania, prima tappa Mauthausen, da dove saranno smistati in altre località tra stabilimenti e campi di lavoro.
Inizia così una delle pagine più drammatiche della storia operaia sotto l’Italia occupata, raccontata da Natale Giampaolo nel diario tenuto durante gli ultimi mesi di prigionia prima della Liberazione.
Il rastrellamento, l’arrivo a Mauthausen, le condizioni di vita dei lavoratori italiani deportati, il bombardamento di Dresda.
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Una vita straordinaria, quella del ‘giardiniere di Calvino’, raccontata in prima persona con penna leggera, libera e appassionata, e accompagnata dai taccuini dedicati agli studi sugli alberi, al mimetismo in natura, alla teoria degli innesti all’agricoltura biologica.
In che modo la scuola ha formato e condizionato il nostro modo di essere e il mondo in cui viviamo? Quanto, nel bene e nel male, ha pesato nella vita di ciascuno di noi? Cosa ci ha dato? Cosa ci ha tolto? Riusciamo ancora a pensare un’educazione distinta dalla scuola o che, addirittura, ne possa fare a meno?
Cinquant’anni dopo le riflessioni di Ivan Illich sulla descolarizzazione, Discola continua a pensarla possibile.
Questo libro è dedicato a tutte le bambine e i bambini, ed è direttamente rivolto alle educatrici, alle insegnanti, ma soprattutto ai genitori e a chiunque voglia riflettere sul senso della scuola.
Tra tutte le superstizioni il malocchio, nelle sue diverse sfaccettature dal fascino alla iettatura, è la credenza tuttora più radicata, forse perché ispirata da un sentimento inconsciamente presente in ogni uomo: l’invidia. Come riconoscere lo iettatore, come si trasmette il malocchio, quali sono i soggetti più colpiti, come ci si protegge? Il libro esplora questo lato oscuro della mente umana, alimentato dalla cultura del sospetto, dà voce a chi ha vissuto questa angoscia, spiega il ricorso a talismani, amuleti, brevi, oggetti e gesti di scaramanzia.
Il conflitto fra modernità e intolleranza, tra fanatismo e progresso, tra centralismo e localismo, nella Spagna ottocentesca, attraverso la scrittura raffinata di un maestro del realismo: tra pittura d’ambiente e rappresentazione simbolica, una lettura attenta di fenomeni ricorrenti nella storia europea, sullo sfondo di una intensa e disperata passione amorosa.
Persone qualsiasi incontrate nei cimiteri d’Italia, la cui vita sembra esaurirsi nelle semplici date di nascita e di morte, a una paziente ricostruzione, si rivelano protagoniste di vicende sorprendenti, nelle quali la storia quotidiana si incontra con la ‘grande storia’.
Storie bellissime e sconosciute che restituiscono alle persone la loro dignità di viventi, raccontandone virtù e debolezze.
Sulle parole un po’ fingiamo di capirci, tanto poi ciascuno, nel segreto, le declina come vuole oppure, ritenendole sufficientemente chiare e comprensibili, rinuncia a pesarle e si lascia guidare dall’abitudine. Retrocedere fino alla loro radice può aiutare a recuperarne un contorno più definito e un significato meno incerto, per lo meno un significato originario, ricavato dopo averle sezionate, sbucciate, liberate dalla patina (o crosta) di significati e valori sedimentati nel tempo. E allora si scopre che dietro il sapere c’è il sale, dietro l’amore le stelle, dietro la cultura l’aratro, dietro il sacro il recinto, e che eterno non significa ciò che non ha inizio né fine, ma qualcosa che sappiamo tutti…
E grazie? Cosa vuole dire grazie? E madre?
… un libro capace di restituire un’umanità pensosa e senziente, che sa dar nome ai tanti diversi modi di amare e a un bisogno trasversale di serenità. (Zena Roncada)
Come su un’altalena, oscillando tra desiderio di clausura e nostalgia di casa, tra la ricerca di una irraggiungibile pienezza e il persistente orrore di scivolare nel vuoto, tra un presente rarefatto come un sogno e i ricordi che dal sogno prendono vita, Emma torna in visita al convento dal quale quindici anni prima era uscita e lascia riemergere – e affronta – emozioni che credeva sopite.
Sullo sfondo Assisi e la presenza senza tempo di Francesco.