Bucarest, 2017. Un giornalista italiano, razionale e cinico, racconta gli effetti del regime totalitario degli ultimi anni Ottanta attraverso il ricordo della storia d’amore tormentata con una ragazza romena, Mariana. Il padre di lei, insegnante di storia e avversario politico, viene rinchiuso in manicomio, la sorella Angela, commessa in un negozio di stato dove la contraffazione è consuetudine, è minacciata e abusata da un militare della Securitade, e rischia di perdere la vita a causa di un aborto clandestino, la stessa Mariana prima lavora alla realizzazione del gigantesco Palazzo del popolo, poi si avvicina a un movimento di rivoluzionari…
Il libro di un contadino che ha rinunciato al superfluo provando ad accordarsi con l’orologio della natura, orientato alla terra con la bussola del buonsenso verso l’autosufficienza, distante dal consumismo, dalla competizione, dalle luci artificiali, dalle ossessioni cosmetiche e, per quanto può, dal denaro.
Nella loro semplicità, i versi in rima baciata di Felice sono viatico per una buona vita.
Buone notizie dal centro del mondo: dal Sahel, dal Maghreb, dai margini della Cina, dal Sudamerica, dal Kurdistan, dalla Palestina, dalla Bosnia, dagli slum che orlano quella periferia in gran parte residenziale che chiamiamo Occidente, e da cento altri luoghi. Buone notizie per ricordarci che la vita vive e che nelle smagliature del benessere appesantito e prigioniero dei muri nei quali si è rinchiuso respira la speranza. 18 brevi racconti
Cos’è il confine? È una convenzione, una linea immaginaria. È una sovrastruttura che delimita e rassicura al tempo stesso, che contribuisce a costruire la nostra identità e contemporaneamente ci costringe ad assumere la diversità dell’altro, di colui che sta oltre questa linea. Ci sono confini reali, quelli degli stati, e confini astratti, disegnati dalla paura o dal pregiudizio. Queste storie sono brevi sguardi al di là di tanti confini.
Manuale illustrato per innamora(r)ti di cactacee e succulente 65 piante grasse con gli usi comuni e i trucchi per coltivarle bene
Cos’è che ci spinge a cercare nuove piante grasse sulle bancarelle più remote di paesi sperduti?
Quale richiamo ci porta verso la millesima pianta desiderando già quella successiva?
Cos’è che fa nascondere a noi collezionisti l’ultimo acquisto dietro i vecchi vasi? Perché la vetrina del fioraio ha sempre l’impronta del nostro naso bene impressa nell’angolo da cui si intravedono le grasse?
Nel libro troverai tutte le risposte e anche le buone ragioni per i prossimi acquisti.
Pierre Rabhi, avendolo vissuto per esperienza diretta, ci chiama qui a un atto di riconciliazione urgente, sia reale sia simbolica, tanto essenziale nella sostanza pratica quanto profondamente religiosa. La riconciliazione con la nostra madre terra è persino più urgente della riconciliazione tra gli uomini, poiché la nostra vita dipende dalla nostra terra. Nessuna vita sopravvive su di una terra morta. Rabhi ci presenta sotto forma di racconto la triste storia dell’arroganza umana che, volendo dominare la vita, la distrugge; volendo dominare le specie, le annienta; volendo dominare la terra, la mutila, la tortura, la dissacra.
C’è un modo simbolico – dunque unificante, integro, realista – di intendere il mondo e la vita, un modo che dà forma alle ricerche e agli studi qui proposti, dedicati ai linguaggi del mondo rurale, allo spartiacque della modernità, al significato profondo di alcune parole centrali (cultura, simbolo, sacro), alla bellezza che illumina la verità delle cose, più in generale a quell’intima unità che fa venire meno le classiche e logore separazioni che, nel tempo, hanno prodotto la precedenza e oggi il sopravvento dell’astrazione sulla concretezza, della fantasia sull’immaginazione.
Guida pratica, divulgativa e illustrata alla costruzione, alla manutenzione e al recupero dei muri in pietra a secco, perché chi vive sulle colline, le montagne e le coste scoscese del nostro Paese possa continuare o tornare a prendersi cura dei propri terrazzamenti.
Materiali e attrezzi, l’organizzazione del cantiere, i criteri statici di base, la scelta delle pietre, le parti del muro, tecniche e fasi di costruzione, le rampe e le scale. Come mantenere in buona salute un muro in pietra a secco. Come costruire un muro in pietra a secco. Aspetti normativi.
Un racconto avvincente, ambientato in una Napoli anni ’70 caotica e pirotecnica, dove uno zio appassionato alla musica fino al delirio prova ad ammaestrare il nipote alle sublimi vette dei Preludi di Liszt. Tutta la frustrazione di una vita trascinata nel sottosuolo del quotidiano si riversa nel sogni di altezza e riscatto, di elevazione e trascendenza dello zio Carlo. Ne sgorga un controcanto carico di passione, di slancio insieme eroico e donchisciottesco verso qualcosa di indefinito, troppo sovrumano per essere raccontato se non con la struggente musica dei Preludi. Tutto diverrà sarabanda, funambolica volatile leggerezza, insieme tragica e solare. E sullo sfondo la cima del gigante Vesuvio, che si eleva sopra i vicoli, il traffico e le miserie della città, e un giorno sarà scalato da zio e nipote, proprio come il crescendo di quella vertiginosa cattedrale di note, in una radiosa mattina di marzo
PUPAZZI, MARE E CUPCAKES: LE PERIPEZIE DI AGATA, UN PERSONAGGIO AL QUALE NON POTRAI NON AFFEZIONARTI
Succede a volte che la vita che si credeva sarebbe scorsa sui soliti binari si interrompa e diventi essenziale reimmaginare il proprio futuro. È quello che capita ad Agata quando perde il lavoro: è single e apparentemente senza prospettive. Inseguita, o perseguitata, dalle stravaganti proposte lavorative di sua sorella e dalle afflizioni materne, sogna di dedicarsi alla sua grande passione: la creazione di pupazzi. Ma il mondo la reclama, e così suo malgrado, ma non troppo, riprenderà in mano la propria esistenza gettando il cuore oltre l’ostacolo.
Estate in una cittadina industriale. Alcuni pensionati si ritrovano per coltivare l’orto in riva al fiume, lontano dalla città. L’assessore all’urbanistica ha dei progetti diversi. Ma le cose sepolte nel passato tornano spesso a galla, obbligando le persone a cambiare i loro programmi. La colonia di vecchietti saprà resistere alle novità? Riusciranno a passare l’estate fra le loro baracche, nei loro piccoli orti, con le loro quotidiane complicazioni? Gli orti di periferia sono luoghi di resistenza umana: sopportano la città, la violenza del potere, gli anni che passano, forti della pazienza dei vinti.
Ricette di Linda BUSATO,
illustrazioni di Shanti RANCHETTI,
postfazione di Luca CONTE
Sessantacinque schede illustrate dedicate ad altrettanti alimenti comuni sulla nostra tavola, per raccontarne i valori nutritivi, le proprietà curative e cosmetiche, l’uso tradizionale fra i rimedi popolari, gli impieghi in cucina, in casa, nell’orto, e numerose altre qualità meno note, eppure utili e importanti da conoscere e provare.
227 ricette e consigli riguardanti la salute e la bellezza, ereditate dalla secolare tradizione dei Secreti fiorita a partire dal Rinascimento, e selezionate da un anonimo compilatore intorno alla metà del XIX secolo.
Generate dall’osservazione e dall’esperienza, tramandate dalla consuetudine, sono ricette e consigli che meritano di essere lette con gusto, ma anche con cautela e, sempre, con tanto buon senso.
Una raccolta di racconti popolari trasmessi per generazioni, da bocca a orecchio, nelle terre dell’Anatolia prevalentemente abitate dai Kurdi: questo è tutto ciò che resta dall’immane mole di materiale etnografico raccolta da Necat çetin negli anni 1990, villaggio dopo villaggio, andata irrimediabilmente perduta.
Sapete che nelle patate è presente una sostanza tossica, la solanina, già conosciuta dalle popolazioni precolombiane? Mangiare patate fa bene oppure no, e quali sono i metodi di cottura più appropriati?
Sapere come funziona e si comporta la solanina permette di imparare a cucinare in modo corretto, senza rischi di ‘mal di pancia’, un così importante alimento della nostra dieta, com’è la patata.
Qual è il futuro della nostra capacità di generare? Cosa succederà a quelle funzioni fisiologiche che tralasciamo di impiegare? Poiché sta cambiando il modo di fare nascere i bambini, dobbiamo, di conseguenza, attenderci un qualche mutamento della nostra specie? Le acquisizioni della scienza in rapido sviluppo sapranno donarci una nuova consapevolezza?
Con competenza e attenzione interdisciplinare, Michel Odent, chirurgo e ostetrico di fama mondiale, prova a mettere a fuoco queste domande, partendo in modo provocatorio da un semplice dubbio: abbiamo ancora bisogno delle levatrici?
E ancora: per quanto tempo potremo continuare a eludere le leggi che guidano la selezione naturale? Saremo capaci di riconoscere le giuste risposte prima di imboccare la strada senza ritorno verso l’estinzione?
IN GIRO PER GENOVA
ATTRAVERSO UNA CITTÀCHE NON TI ASPETTI
Questa − così la raccontano Simona Ugolotti e Gianni Priano: con le immagini lei e lui con le parole − non è una Genova per turisti, per cacciatori di fotogrammi da social o di souvenir o di emozioni predigerite dalle guide patinate. Questa è la città di un’artista e di uno scrittore, dove la bellezza è inscritta nei margini, nei resti, nelle persone storte come la loro vita, nelle vie strette come le porte evangeliche che aprono alla luce.
Un libro scritto passo dopo passo (con i piedi, come bisognerebbe fossero scritti un po’ tutti i libri che parlano di luoghi e di terra) e da leggere come una via lucis, una stazione dopo l’altra: a ogni stazione una meditazione sulla vita sguardata rasoterra o dietro le lenti di un bicchiere.